Informazioni per i pazienti
La possibilità di successo della Scrambler Therapy nel dolore neuropatico ed oncologico è statisticamente molto elevata, ma dipende strettamente dalla corretta applicazione delle regole di utilizzo e dei protocolli standard descritti in questo sito e nei corsi di formazione primari. Ad esclusione di patologie che richiedono una maggiore esperienza della metodica (arto fantasma, anestesia dolorosa, nevralgia del pudendo, nevralgia del trigemino, forme particolarmente gravi di CRPS e CIPN), la percentuale minima di successo dovrebbe superare l’80%.
Un recente monitoraggio multicentrico su larga casistica in pazienti non responsivi ad altri trattamenti (ospedali e cliniche universitarie indipendenti) conferma che la corretta applicazione della metodica e dei protocolli di trattamento permette percentuali di successo ottimali anche superiori al 90%, e generalmente superiori all’80% anche dove si evidenzia maggiore variabilità operatore dipendente. Viceversa dove metodi e protocolli standard sono rispettati solo parzialmente, le % di successo scendono progressivamente in maniera correlata. Nelle patologie in trattamento anche una performance di successo del 50% dove altre terapie hanno fallito può essere considerata clinicamente un grande successo, ma evidentemente non lo è per i pazienti che non hanno potuto beneficiare di questo successo. Da notare che i risultati di questo monitoraggio sono allineati con le pubblicazioni scientifiche ufficiali che presentano lo stesso problema di disomogeneità delle % di successo, evidentemente per le stesse ragioni.
Recupero dei pazienti apparentemente non responsivi
La Scrambler Therapy è nata in Italia, dove è in uso nelle cliniche universitarie e negli Ospedali pubblici dagli anni ‘90. Sempre in Italia avviene la formazione primaria, ed il Prof. Marineo collabora strettamente e gratuitamente con gli Ospedali per il recupero di casi particolarmente complessi e/o apparentemente non responsivi al trattamento. La maggior parte di questi casi proviene dall’estero. In strutture altamente specializzate nell’uso della ST questi pazienti particolarmente “difficili” vengono normalmente riportati alla condizione di successo.
Dal 2011 questo programma di recupero ha accolto pazienti nazionali ed internazionali che oggettivamente presentavano maggiori difficoltà di trattamento della media, ma anche casi che rientravano tra quelli che non presentano particolari criticità. Sono stati quindi analizzati i motivi per cui anche casi non particolarmente complessi non avevano ottenuto in precedenza il risultato aspettato. Di seguito sono elencate le cause comuni che portano ad indicare erroneamente come non responsivo un paziente in realtà responsivo.
Formazione
Una corretta formazione è determinante per la buona pratica clinica della metodica. I problemi riscontrati in questo settore sono tipicamente:
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Modifiche arbitrarie dei protocolli e dei metodi di formazione standard.
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Il personale che ha ricevuto la formazione non è lo stesso che esegue i trattamenti, o non ha una conoscenza adeguata del dolore neuropatico ed oncologico.
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Vengono fornite ai pazienti informazioni non corrette sulla terapia e sugli aspetti scientifici e neurofisiologici del trattamento. Supponiamo che questo avvenga in buona fede, ma è l’indicatore di probabili problemi nell’esecuzione di un corretto ciclo di trattamento a causa dell’evidente mancanza di conoscenza della metodica, e più in generale delle problematiche cliniche e neurofisiologiche connesse al dolore cronico..
Esecuzione del trattamento
- Sono spesso utilizzati elettrodi diversi da quelli indicati come ottimali, con superficie di contatto spugnosa. In questi casi la distorsione delle informazioni rende le percezioni del paziente meno gradevole, può determinare una minore efficacia del trattamento, e nei casi più critici impedisce il successo della regolazione.
- Particolarmente sbagliato è l’utilizzo di elettrodi “larghi” normalmente utilizzati per la TENS. In questo caso oltre ai problemi elencati in precedenza, a causa del reclutamento poco selettivo dovuto all’ampia superficie dell’elettrodo, è possibile l’eccitazione di aree che non dovrebbero essere stimolate. La conseguenza di questo può essere una riacutizzazione del dolore durante o dopo il trattamento.
- Vengono riutilizzati elettrodi già applicati, peggiorando la capacità di trasmissione delle informazioni della ST e predisponendo la pelle ad irritazione.
- Non viene utilizzato il GEL aggiuntivo, necessario per ottimizzare la conduzione.
- In presenza della sensazione di “singolo pungiglione” o “bruciatura” non vengono eseguiti gli aggiustamenti di intensità di stimolazione o di spostamento necessari per eliminare queste sensazioni, che non devono mai essere presenti in trattamento.
- La scelta dei punti di posizionamento degli elettrodi avviene secondo criteri non dermatometrici, o peggio ancora con punti fissi predeterminati. Un ulteriore errore molto grave è quello di posizionare gli elettrodi sulla colonna o sui nervi pensando che questo avrà effetto in aree di dolore distanti. La ST non è pensata per stimolare nervi e radici come la TENS, ma solamente recettori polimodali di superficie delle fibre C, ed il posizionamento deve essere guidato solamente dall’area di dolore e dalla risposta del paziente. Scelte diverse oltre ad essere inefficaci possono produrre un incremento del dolore.
- Molti malati ci hanno riferito spiegazioni errate sulla sensazione di “singolo pungiglione”. In realtà questa sensazione indica semplicemente l’aggancio delle fibre A-delta, che durante la fase di regolazione in termini di cronassia precede quello delle fibre C. Questa sensazione normalmente svanisce con l’aumento dell’intensità di stimolazione, o con lo spostamento dell’elettrodo interessato (leggero allontanamento dall’area di dolore) qualora l’aumento di intensità non è sufficiente a reclutare le fibre C.
Durata del trattamento
- In condizioni normali un ciclo di trattamento è composto da 10 applicazioni distribuite in due settimane. Questa durata varia quando:
1- Il paziente deve effettuare lo svezzamento da anticonvulsivanti per uso analgesico all’interno del ciclo della ST. In questo caso bisogna considerare 10 trattamenti + quelli necessari allo svezzamento.
2- Il dolore scende a zero prima del completamento del ciclo di 10 trattamenti. In questo caso il ciclo deve terminare anticipatamente.
Nota importante:
il ciclo di trattamento può essere considerato efficace solo quando durante ogni applicazione il dolore è completamente azzerato, o comunque non superiore ad 1-2/10. L’azzeramento del dolore deve comprendere anche quello che emerge con particolari movimenti o posizioni. In questo caso il test deve essere eseguito entro i limiti abituali in cui il paziente prima dell’inizio della stimolazione iniziava ad avvertire il dolore. Non bisogna mai eccedere questi limiti, che si sposteranno spontaneamente con il progredire dei trattamenti. Una volta verificato l’azzeramento del dolore anche in questa condizione, il paziente deve tornare in posizione analgesica.
Un trattamento può continuare oltre i limiti statistici solamente se:
3- I punti precedenti sono rispettati.
4- Il paziente continua a mostrare chiari segni di miglioramento progressivo.
Come posso capire se il mio trattamento è stato eseguito correttamente?
- Il dolore durante la stimolazione è azzerato, o comunque non superiore ad 1-2/10. Questa condizione deve verificarsi anche nel dolore evocato dal movimento o particolari posizioni.
- Durante il trattamento a regolazioni concluse devi mantenere la posizione abitualmente più comoda (analgesica).
- Puoi avvertire molte sensazioni diverse, ma non devi avvertire quella di “singolo pungiglione” o di “bruciore”. In generale non devi mai avvertire qualsiasi sensazione che riconosci come sgradevole. Il punto di controllo è solamente l’assenza di dolore senza discomfort.
- Un operatore correttamente formato se utilizza più canali ne inserirà uno alla volta, verificandone l’efficacia nell’area coperta (zero dolore o quasi, e nessuna sensazione sgradevole o di singolo pungiglione/bruciore). Solo quando il canale in uso si è dimostrato efficace passerà ad inserirne altri (se necessario) con la stessa procedura.
- Durante il trattamento l’intensità della stimolazione può essere progressivamente avvertita in maniera minore. L’operatore deve correggerla per riportarla alla soglia di percezione ottimale.
- Un centro che usa il software
STDM
implicitamente mostra più attenzione al rispetto degli standard ed al corretto utilizzo della Scrambler Therapy.
- In generale trovi su questo sito altre informazioni più dettagliate che ti permetteranno di comprendere meglio la gestione del trattamento, ed in particolare:
10 regole base per il corretto uso della Scrambler Therapy
Interazioni sfavorevoli ed adeguamento dei protocolli
Pseudo dolore cronico ed aspettative di trattamento
Errori frequenti nella pratica clinica
ST-NET nei clinical trials